Africa ed Europa unite per rilanciare la cooperazione multilaterale”, auspicano i Vescovi dei 2 continenti

“Siamo fermamente convinti che l’Africa e l’Europa potrebbero diventare i motori per il rilancio della cooperazione multilaterale”, affermano i Vescovi di Africa ed Europa in una dichiarazione firmata dal Cardinale Jean-Claude Hollerich e dal Cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, rispettivamente Presidente della COMECE (Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea), e del SECAM/SCEAM (Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar).

La dichiarazione è un contributo dei Vescovi africani ed europei al prossimo Vertice tra Unione Africana ed Unione Europea che si terrà ad ottobre a Bruxelles. Il documento, intitolato “Fiorirà la giustizia e abbonderà la pace”, propone di stabilire un partenariato equo e responsabile incentrato sui cittadini.

I Vescovi raccomandano l’istituzione di politiche che consentano un partenariato più equo tra Europa e Africa. Nel settore degli investimenti, propongono di “promuovere gli investimenti sostenibili come strumento per rimuovere gli ostacoli persistenti all’accesso equo ai servizi sociali di base e per promuovere lo sviluppo umano riflettendo le esigenze locali, creando posti di lavoro dignitosi e fornendo un accesso imparziale agli imprenditori in entrambi i continenti. “Nel campo dell’educazione, propongono di “sostenere la creazione di scuole e istituti sanitari nelle aree rurali, dotate di strutture e personale moderni e funzionali”. È inoltre necessario “promuovere l’applicazione delle nuove tecnologie per superare il divario tra aree rurali e urbane”.

Nel settore dello sviluppo delle risorse naturali, si propone di promuovere la conservazione della biodiversità, migliorare la gestione degli oceani e investire in tecnologie verdi innovative, sostenendo nel contempo gli sforzi per migliorare la resilienza e l’adattamento al clima”.
Anche la pace nel continente africano è una questione cruciale, motivo per cui i Vescovi richiamano l’attenzione sulla necessità di un “approccio integrale, dando priorità alla promozione della sicurezza di persone e proprietà, famiglie e comunità, intensificando gli sforzi di prevenzione e costruzione della pace; in particolare attraverso azioni da attuare nelle prime fasi di un conflitto per poterlo fermare in tempo”. (L.M.) (Agenzia Fides 12/6/2020)