LIBANO – Il Patriarca Rai rilancia le parole del Papa per una “rinascita libanese”

Ttutte le forze politiche, sociali e religiose del Libano che davvero desiderano aprire la strada alla “rinascita libanese” possono trovare coraggio a punti di riferimento nelle ultime parole che Papa Francesco ha riservato lunedì 8 febbraio al Paese dei Cedri, nel suo annuale discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. II suggerimento arriva “a botta calda” dal Patriarca maronita Bechara Boutros Rai.

Il cardinale libanese, durante l’omelia della messa celebrata martedì 9 febbraio presso la sede patriarcale di Bkerké in occasione della solennità liturgica di San Marone, padre della Chiesa maronita, ha riletto integralmente il passaggio del discorso papale riferito al Libano, chiedendo che gli auspici del Papa per il popolo libanese siano affidati all’intercessione del Santo venerato come “padre” nella Chiesa che da lui prende anche il proprio nome.

Ieri, nel discorso pronunciato davanti ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Francesco aveva auspicato “un rinnovato impegno politico nazionale e internazionale per favorire la stabilità del Libano, che è attraversato da una crisi interna e rischia di perdere la sua identità e di trovarsi ancor più coinvolto nelle tensioni regionali. È quanto mai necessario” aveva proseguito il Vescovo di Roma “che il Paese mantenga la sua identità unica, anche per assicurare un Medio Oriente plurale, tollerante e diversificato, nel quale la presenza cristiana possa offrire il proprio contributo e non sia ridotta a una minoranza da proteggere. I cristiani costituiscono il tessuto connettivo storico e sociale del Libano e ad essi, attraverso le molteplici opere educative, sanitarie e caritative, va assicurata la possibilità di continuare a operare per il bene del Paese, del quale sono stati fondatori”.

A questo riguardo, il Successore di Pietro aveva sototlineato che “indebolire la comunità cristiana rischia di distruggere l’equilibrio interno e la stessa realtà libanese”, aggiungendo che “In quest’ottica va affrontata anche la presenza dei profughi siriani e palestinesi. Inoltre, senza un urgente processo di ripresa economica e di ricostruzione” aveva messo in guardia il Papa “si rischia il fallimento del Paese, con la possibile conseguenza di pericolose derive fondamentaliste. È dunque necessario che tutti i leader politici e religiosi, messi da parte i propri interessi, si impegnino a perseguire la giustizia e ad attuare vere riforme per il bene dei cittadini, agendo in modo trasparente e assumendosi la responsabilità delle proprie azioni”.

Nel corso della sua omelia, e prima di leggere le ultime parole dedicate dal Papa all’amato Libano, il Patriarca Bechara Rai ha riproposto la sua recente idea di promuovere sotto l’egida dell’Onu una Conferenza nazionale incaricata di affrontare e risolvere la crisi libanese. “Oggi” – ha detto tra l’altro il Patriarca “ci rammarichiamo di celebrare la festa di Marone vedendo i libanesi che soffrono e fanno sacrifici, mentre il loro Stato si preoccupa di cose meschine. I funzionari gareggiano nel cercare soluzioni ai propri problemi, e ci portano a guardare alle Nazioni Unite per cercare di salvare il Libano. È loro dovere esaminare il modo migliore per garantire una Conferenza internazionale sul Libano, che ridia vita al Paese e eviti la sua caduta. Per le Nazioni Unite” ha aggiunto il cardinale libanese “sono dovuti passare tutti i popoli che hanno attraversato ciò che noi stiamo attraversando oggi”. Le Nazioni Unite non sono un gruppo settario o partigiano, da sfruttare a vantaggio dell’uno o dell’altro schieramento. L’ONU è un’organizzazione responsabile del destino di ogni Stato membro, ed ha il dovere di assistere gli Stati membri nel momento in cui essi attraversano crisi cruciali”. (GV) (Agenzia Fides 9/2/2021)