Suor Damiana, in mezzo agli adolescenti in cammino verso Roma: “Gare de Bergerac, ore 17.00 di martedì 29 aprile 2025: il momento del ritorno a casa. la prima impressione è un brulicare di voci che comincia a raccontare; un mosaico di occhi pieni di gioia anche se un po’ assonnati, di volti colorati dal sole e trasfigurati da un’esperienza che – credo – resterà a lungo impressa nella memoria e nel cuore di tutti. Siamo partiti in tanti dalla Diocesi di Périgueux et Sarlat, insieme al nostro Vescovo Philippe Mousset e c’eravamo anche noi, in pullman: un centinaio di ragazzi accompagnati dai loro educatori, sacerdoti e religiose. Destinazione: Roma, 24-28 aprile 2025.

Quando abbiamo organizzato il Jubilé des Ados, il giubileo degli adolescenti, i ragazzi desideravano essere presenti alla canonizzazione di Carlo Acutis (di cui avevano conosciuto qualcosa e che sentivano molto vicino a loro per età e per una vita da adolescente vicina alla loro esperienza) e vedere da vicino papa Francesco.

 

Qualche giorno prima della partenza, abbiamo compreso che il nostro pellegrinaggio avrebbe assunto un volto diverso dalle aspettative e questo ci ha permesso di andare all’essenziale della nostra esperienza, di scendere più in profondità.

 

“Perché vai a Roma?”. Durante il viaggio di andata, i ragazzi sono stati incoraggiati a raccontare, nella semplicità, la motivazione della loro scelta e, una delle giovani, molto commossa, ci ha condiviso di voler vivere quest’esperienza per ritrovare la fede, messa a dura prova in questo momento della sua vita.

 

“E perché sacco a pelo e materassino?” Non sarà passato inosservato, in questi giorni, un accampamento di tende nel bel mezzo del giardino di Casa Generalizia, e il vociare di ragazzi e ragazze: suggestiva la preghiera di compieta a fine giornata, in cerchio sul prato, alla luce delle piccole lampade.

“E perché alzarsi alle 5.00?” Un’emozione forte ha attraversato il gruppo, sabato mattina in piazza S. Pietro, quando un lungo applauso ha coinvolto i presenti in un gesto di abbraccio, di gratitudine, di commozione, al vedere la cassa che accoglieva le spoglie di papa Francesco uscire dalla basilica per essere posta davanti all’altare.

Personalmente, ho vissuto questo pellegrinaggio su due livelli: accompagnare i ragazzi a vivere il loro giubileo nei diversi eventi proposti e nella loro rilettura, nei momenti di gruppo, per poter crescere nella fede e fare esperienza di Chiesa; vivere un tempo per me, per ripetere il mio sì di donna consacrata a Dio, per rendere grazie al Signore di tutti i suoi doni e domandare la grazia di una Parola che mi permetta di fare un passo in più nella speranza e nell’essere testimone là dove il Signore mi affida i suoi figli preziosi e amati. Due livelli, accomunati dall’incontro con il Signore Risorto!

Abbiamo cantato a squarciagola: « Risquerons-nous d’être amis dans le Seigneur ? Oserons-nous ouvrir nos portes, ouvrir nos cœurs a cet Homme, ce Dieu pour la vie qui nous nomme “amis” ? » [Rischieremo di essere amici nel Signore? Oseremo aprire le nostre porte, aprire i nostri cuori a quest’Uomo, a questo Dio per la vita che ci chiama “amici”?].

 

Ciascuno ha ricevuto, in questi giorni – consentitemi l’immagine – dei semi da piantare, custodire e far fiorire: una Parola, un gesto, un momento particolare, che gli permetterà di andare più lontano nel cammino di fede.

Personalmente, sono tornata a casa con due semi da far germogliare. Ho vissuto il giorno delle esequie di papa Francesco con la consapevolezza di ricevere un’eredità importante, un vero e proprio testamento, ripetendo nel cuore le tre parole che lui ci aveva consegnato al termine del Capitolo Generale 2021: PROSSIMITÀ, COMPASSIONE, TENEREZZA. È stato un momento molto forte per me, un impegno ancora più grande a vivere e testimoniare l’amore di Dio con questo stile.

E la seconda parola che ho portato a casa è « MI AMI TU? », che abbiamo ascoltato nella proclamazione del Vangelo durante le esequie e che mi ha interpellato il pomeriggio, quando ci siamo radunati nella chiesa di Sant’Andrea della Valle per il sacramento della riconciliazione. Conservo come momento forte la grazia del perdono.

Portando con noi numerose intenzioni che famigliari e amici ci hanno consegnato, ora siamo ritornati alla nostra quotidianità con un senso grande di gratitudine per ciò che abbiamo vissuto e con una responsabilità: andate a dire ai miei fratelli che è bello aprire il cuore a questo Dio che ci chiama “amici”.

Suor Damiana

Comunità di Trélissac, Francia

Segue una selezione di frame da https://diocese24.fr/pelerinage-jubilaire-diocesain-interview-au-parisien/