Una giornata splendida di sole accoglie i pellegrini e i fedeli sulla piazza di Pozzaglia, allestita per la festa patronale in onore di santa Agostina Pietrantoni. E’ da li’ che si comincerà, alle ore 10.00 con la presentazione della ristampa del libro del sacerdote don Ippolito Rossetti, dal titolo Suor Agostina Pietrantoni beata. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta da sua eccellenza mons. Mauro  Parmeggiani Vescovo di Tivoli-Palestrina, accompagnato dal Vescovo emerito mons. Nicola De Angelis, dal parroco don Desiderio.

Il Presidente dell’Associazione Fedeli di suor Agostina ha illustrato i motivi della ristampa del testo evidenziando i particolari della vita di Livia narrati dalle sue compagne. L’identità che ne viene disegnata, dice come, nei 22 anni vissuti in famiglia, Livia abbia avuto modo di testimoniare nel vicinato, al lavoro, tra i campi, per i monti, con gli armenti, “le virtù familiari che sono i tesori della casa cristiana: umiltà, obbedienza, rispetto, amore per i genitori e fratelli, pietà pei sofferenti e il sogno del lavoro che non è una pena, ma una virtù che nobilita l’uomo” (Introduzione dell’autore).

Suor Christine walczak, consigliera generale che ha collaborato per la ricomposizione degli ambienti di vita della famiglia di Livia e suoi, ha evidenziato l’attualità del messaggio di Agostina anche secondo le linee portanti dell’enciclica Laudato sì di papa Francesco. Ne ha evidenziato la capacità contemplativa di vivere la natura, il creato, i vari luoghi incastonati tra i monti della Sabina e lungo i sentieri che Livia percorreva, la naturalezza delle soste davanti alle edicole mariane o nelle chiesette tra il verde della campagna, la pratica del silenzio durante i pascoli quando vi si recava con gli animali.

Il Vescovo, sempre carico di fervore e di devozione verso Agostina, è tornato sull’ambiente geografico e familiare che l’ha vista crescere, che l’ha forgiata, che l’ha resa disponibile al servizio, attenta alle sofferenze, generosa, da Suora della Carità, con chi le rendeva difficile il servizio ai malati presso l’Ospedale Santo Spirito in Roma, dove ha dato tutta se stessa fino a versare il proprio sangue.

La preghiera eucaristica, il pensiero al viaggio del papa di questi giorni, la richiesta di alleviare le sofferenze dei malati elevata da una suora infermiera, la richiesta di certezze per i giovani, il canto, la benedizione con la reliquia della santa: una costola intaccata dal coltello dell’uccisore, ha rinfrancato gli animi dei partecipanti all’assemblea liturgica.

Attenti alle norme anti covid, ma felici di essere giunti dai paesi vicini con le autorità civili e militari, con la Superiora generale, Suor Nunzia De Gori e il suo consiglio e con tante suore della carità provenienti da Roma e dintorni, l’arrivederci all’anno prossimo é stato festoso e colmo della speranza di ritrovarsi in molti di più, liberi dal virus che ancora attanaglia tante persone.