Dalla mia Parrocchia di Cassago Brianza (Italia) mi è stato chiesto di testimoniare la mia esperienza in Ciad ! Scrivere di ciò che si è vissuto in 50 anni di vita.
Infatti descrivere, rivivendo anni di speranze, di delusioni, di pace precaria, di vera guerra oltre che di anni di fame dovuti alla siccità, significherebbe scrivere quasi un libro.
Comunque la certezza che portare la “Parola di Dio” ai fratelli richiede amore incondizionato, senza calcolarne le fatiche, mi ha sempre riempito il cuore di gioia e di fede in colui che è il solo e il vero Missionario: Gesù Cristo.
Il 28 agosto 1967, festa di Sant’Agostino, iniziò la mia missione.
Un aereo francese con a bordo due suore della carità, Sr. Claudia Sottocornola ed io, atterrò alla capitale del Ciad , l’attuale N’Djamena.
Successivamente un piccolo aereo dell”Air-Ciad” in un’ora di volo ci condusse a Sud, nella città di Sarh. Lì ci attendeva Padre Luigi Lomazzi e dietro di lui, guidando la nostra Citroen, abbiamo percorso 200 km di strada dissestata e fangosa per raggiungere Goundi.
Ci aspettavano circa 45 cristiani ed un centinaio di catecumeni, ma anche tutta la popolazione dei vari villaggi si preparava ad accoglierci.
Sicuramente Padre Lomazzi aveva grandi speranze nella nostra collaborazione! Subito ci parlò di alcune priorità: una maternità, la cura dei bambini ammalati e l’evangelizzazione nei villaggi.
Già da un anno Padre Lomazzi aveva organizzato un centro di formazione per catechisti. Fu questo il mio primo e principale impegno: imparare con loro a leggere e a scrivere in lingua locale il “Sarà” attraverso un sillabario realizzato da noi stessi.
Dopo un anno le Suore della Carità della nostra congregazione ci aiutarono a costruire la maternità e ad aprire un ambulatorio per i bambini ed in seguito anche per gli adulti.
Padre Lomazzi fu poi sostituito da Padre Angelo Gherardi, gesuita come lui.
Intanto, con il passare degli anni e attraverso una pastorale ben organizzata, i cristiani aumentavano.
Dopo aver percorso molti Km di pista sabbiosa per visitare i villaggi, per prendere contatto con la gente ed i capi tradizionali, si proposero programmi che rispondevano alla realtà della vita.
Il territorio, dal punto di vista pastorale, fu diviso in sette settori.
Gli adulti che accettavano l’insegnamento della catechesi, imparavano la Parola di Dio a memoria, mentre ai bambini e ai ragazzi si insegnava prima di tutto a leggere in lingua locale. Furono formati così i “catechisti educatori”. Con il sillabario “Sarà” ormai completo, insegnavano tre giorni alla settimana per due ore: un’ora per l’apprendimento della lettura e un’ora per conoscere la Parola di Dio e la preghiera. Molti catechisti venivano formati alla “scuola per catechisti” sia in parrocchia che in centri appositamente organizzati anche a livello di diocesi. Questa formazione è ancora attuale.
Ogni anno si battezzano dai 200 ai 300 neofiti per parrocchia. Anche quest’anno, nella notte del Sabato Santo, abbiamo avuto nella nostra parrocchia 336 nuovi battezzati! Come detto sopra, Padre Gherardi fu il secondo Parroco della parrocchia di Goundi. Il suo programma si esprimeva così: “L’uomo affamato e ammalato non può lodare il Signore in letizia!”.
In un ritiro quaresimale per i cristiani, gli uomini ci dissero: “Curare i fiori e i rami degli alberi, ma non i tronchi, è un lavoro inutile perché anche i tronchi si ammalano e muoiono!”. Chiedevano così un ospedale! La popolazione diede il suo contributo impegnandosi a fabbricare i mattoni.
Nel 1974 si inaugurò l’ospedale di Goundi, il “Buon Samaritano” con i suoi 6 ambulatori periferici e con la scuola per la formazione degli infermieri. Da allora ogni giorno all’ospedale di Goundi si visitano centinaia di ammalati, se ne ricoverano a decine e le operazioni chirurgiche sono numerosissime.
Convinti delle parole di Padre Gherardi sono stati organizzati tre centri di formazione agricola per le giovani coppie. Si imparano metodi nuovi di cultura dei campi, anche se non ancora motorizzati, si migliora la loro formazione scolastica e per le donne si organizzano dei corsi di alfabetizzazione, di taglio e cucito e di igiene.
A causa della scarsità delle scuole governative, nei villaggi si consiglia l’apertura delle così dette “scuole comunitarie” per bambini; ai genitori viene chiesto un piccolo contributo per remunerare qualche giovane che così può insegnare e alfabetizzare gli alunni.
In queste scuole di villaggio proponiamo ai maestri, liberi nell’insegnamento, di aggiungere ai loro programmi anche la formazione agricola adeguata per i bambini per aiutarli ad amare il lavoro e la terra, sola madre, che nutre i suoi abitanti in Ciad.
Una scuola “comunitaria” è stata aperta a Goundi nel 1993; vuole essere un po’ da modello per le piccole scuole comunitarie, si chiama E. C. A. F. “Scuola comunitaria elementare agricola” di Maimba.
Attualmente il mio principale lavoro è portare un aiuto alla direzione di questa scuola il cui fine è quello di preparare gli alunni alla vita. Quest’anno abbiamo 253 alunni che vengono da villaggi lontani da Goundi e risiedono a Maimba.
L’anno scolastico dura tutto l’anno solare, sopratutto per sfruttare la stagione delle piogge (che dura da maggio a settembre) che permette la cultura dei campi. Gli alunni vivono lì e hanno tre piccole vacanze di una settimana a Natale e a Pasqua e di 15 giorni nel mese di settembre.
Però visto che il lavoro agricolo non permette vacanza, le classi vengono divise in due turni.
Ogni classe ha un maestro e un educatore agricolo. Un direttore agrario programma tutto il lavoro nei campi.
Durante la stagione secca (che va da settembre a maggio) i corsi, che svolgono il programma scolastico governativo, sono svolti nella mattinata dalle 7:30 alle 12:30, mentre nel pomeriggio dalle 15:00 gli educatori agricoli insegnano a fabbricare il “composto” che consiste nel concime per i campi. La mandria dei buoi (circa 60-65) offre il letame per questa fabbricazione e la paglia necessaria è tagliata e accumulata dagli alunni di ogni classe per i loro ettari da coltivare; ogni classe coltiva dai 4 ai 5 ettari di terreno in miglio, arachidi, fagioli, patate dolci e zucche.
Durante la stagione piovosa si invertono gli orari: al mattino dalle ore 7 e dopo aver pregato, tutti vanno nei campi e nel pomeriggio fino alle 18:00 si va a scuola.
I pasti vengono cucinati dagli alunni stessi, ma purtroppo la dieta non è varia: polentina di miglio per colazione e per cena, addolcita con un po’ di zucchero, mentre il pasto principale del mezzogiorno è composto dalla solita polenta di miglio con un intingolo a base di verdure, olio e pesce secco e raramente con un po’ di carne.
I genitori collaborano con una retta annuale composta da un sacco di miglio da 100 kg, 50 kg di arachidi e 23 euro. Tutto ciò che è versato dai genitori e il raccolto frutto del lavoro degli alunni viene consumato dagli alunni stessi.
La formazione cristiana è uno degli obiettivi principali; infatti due pomeriggi a settimana sono dedicati alla catechesi; al giovedì sera tutti gli abitanti di Maimba – alunni, maestri, educatori con le loro famiglie – sono invitati al “rosario familiare”.
Attualmente il parroco di Goundì è un ciadiano, Padre Carlo, prete da 4 anni.
La nostra chiesa è fiorente.
La messa domenicale costituisce sempre una grande festa; i nostri 235 alunni di quest’anno vi partecipano con grande gioia occupando un terzo della chiesa. Anche dopo la S. Messa è un momento di gioia per i nostri alunni di Maimba perché hanno la possibilità di andare al mercato dove forse incontreranno qualche parente o conoscente e magari la mamma e il papà con un piccolo regalino che condivideranno sicuramente e gioiosamente con i compagni.
Per concludere vorrei farvi partecipi di una bella notizia: da circa un anno la Superiora Provinciale delle “Suore della Carità” per la provincia dell’Africa Centrale è nativa di Goundi. Si chiama Suor Paola Nelumta. Il nome Nelumta significa: “la mia gioia”. La vidi nascere e crescere nella comunità di Goundì nell’amore per il Signore!
Suor Agostina Pozzi